RAFFINAZIONE DEL PETROLIO
Il petrolio greggio, per essere usato come
combustibile deve subire una serie di processi che vanno sotto il nome di
raffinazione. Essa si effettua sfruttando, per così dire, il principio della
distillazione frazionata, in speciali colonne, chiamate colonne di topping.
Qui il petrolio, dopo che è stato riscaldato a circa 300-400 °C nei pipe-still, comincia a evaporare; risalendo la colonna esso incontra dei piatti nei quali vengono separate le sostanze più volatili da quelle meno volatili. Quindi, man mano che aumenta l’altezza, aumenta la densità dei prodotti ottenuti. Essi però presentano ancora molte impurità e devono, a loro volta, essere di nuovo distillati nelle colonne di stripping.
Schema di raffinazione
Dalle tre colonne di stripping si ottengono:
- le benzine pesanti, con punto di ebollizione fra
40 °C e 180 °C;
- il cherosene, con punto di ebollizione fra 180 °C
e 260 °C;
- gli oli leggeri, con punto di ebollizione fra 260
°C e 300°C.
Da questo trattamento si ricavano vapori che,
opportunamente condensati danno origine alle benzine leggere.
Il residuo che si ottiene viene inviato, dopo un preriscaldamento, nella colonna di Vacuum, funzionante a pressione ridotta. Qui si estraggono gli oli medi (300 °C) e attraverso ulteriori stripping gli oli pesanti (330 °C) e gli oli lubrificanti. Il residuo della colonna Vacuum, costituisce infine, i cosiddetti conglomerati e vernici bituminose.
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